Il lato debole: chi siamo?

Luogo specifico dedicato alla parola e allo scambio, inizialmente precluso alle donne ai tempi di Platone, qui l’idea del Forum si riappropria della sua natura originaria: luogo di parola pubblica al femminile, di cultura condivisa e partecipata, di discussione sulla letteratura e sullo stile, su psicoanalisi e conoscenza intima.

Non si poteva trovare un personaggio più indicato, cui dedicare questo angolo di intelligenza e coraggio femminile, di Lou Salomè.

Chi ha seguito il percorso de “Il lato debole”, ha certamente inteso quali sono le figure femminili intorno cui ruota la mia riflessione e che mi piace proporre, o riproporre, ai lettori cui fosse sfuggito il tocco incisivo e personale che queste donne hanno lasciano nella loro epoca e nella nostra cultura. Lou Salomè rientra a pieno tra queste; anzi, se ne può considerare la capostipite: Due parole storiche, dunque, sul personaggio,

Nata a Berlino nel 1887 e sposata giovane all’iranista Carl Andreas (da cui mai si separerà formalmente, pur conducendo presto una vita libera e indipendente), in gioventù diventa intima amica di Nietzche (“da quali stelle siamo caduti — le scrisse al primo incontro — per incontrarci qui?), di Rilke, conosciuto a Monaco e del quale si innamorerà, ed entra in contatto con numerosi intellettuali del suo tempo, attraversando l’Europa.

A cinquant’anni, la scoperta della psicoanalisi di Freud, a cui Lou chiede di essere ammessa dapprima con le serate del mercoledi’, ed in seguito con l’ingresso a pieno titolo tra gli psicoanalisti di Vienna. Inizia cosi’ un lungo e affettuoso rapporto tra Freud e Lou, che durerà tutta le vita, e sarà per entrambi fonte di amicizia e profonda stima ( il carteggio epistolare tra i due è raccolto nel bellissimo “Eros e conoscenza”, edito da Boringhieri, 1983). Perchè la psicoanalisi freudiana colpi’ tanto Lou Salomè? Potremmo dire, per la sua ricerca della concretezza ed insieme del vissuto individuale, per l’uso della razionalità e del metodo scientifico sulle passioni umane, per le verità profonde di sè che via via ella andava scoprendo. Cosi’ scriveva “…. Devo ancora una volta sottolineare massimamente che da quando ho ‘vissuto Freud’ non mi è più uscito nè dal cuore nè dalla mente: Il fatto cioè che le scoperte nel campo dell’irrazionale furono possibili proprio e soltanto al suo modo di fare ricerca tutto dedito alla ratio, agli estremi margini di questo cammino seguìto sempre senza la minima deviazione”. A questa donna acutissima e colta, Freud riservò sempre profonda stima e in non pochi momenti di difficoltà si rivolse a lei per riceverne sostegno e consigli; dal canto suo, pur in una posizione indipendente come la sua natura esigeva, Lou non abbandonò e non tradi’ mai il maestro che le aveva dischiuso scenari tanto importanti per l’anima. Nessuno, meglio di lei, seppe fare dell’Eros, freudianamente inteso come pulsione di vita, strumento di conoscenza. Eros e conoscenza.

Un commento di Karl Abraham su Lou Salomè, da una lettera che questi scrisse a Freud: “Una persona che aveva assistito al Congresso di Weimar, la signora Lou Andreas Salomè, s’è trattenuta ora per qualche tempo a Berlino. Ho avuto occasione di conoscerla da vicino e devo ammettere di non aver incontrato finora nessuno che dimostri una comprensione tanto profonda e acuta della psicoanalisi…..”.

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“Solo chi rimane completamente se stesso si presta alla lunga a venire amato, perché solo cosi’, nella sua pienezza vitale, può simbolizzare per l’altro la vita, essere avvertito come una potenza di essa. Non vi è errore più grande nell’amore dell’adattarsi timorosamente uno all’altro e di uniformarsi a vicenda….”